Seminario straordinario

9 Giugno 2004

di Massimo Piovano

Piccoli cambiamenti possono produrre grandi risultati, ma le aree in cui si possono verificare gli effetti migliori sono spesso quelle meno ovvie.
(P. Senge)

Nel libro “La Fattoria degli animali” di George Orwell, il cavallo Boxer aveva sempre la stessa risposta a ogni difficoltà: “Lavorerò di più”. All’inizio, la sua diligenza, piena di buone intenzioni, ispirava tutti; ma gradualmente il suo duro lavoro cominciò a dare luogo, in forme sottili, a reazioni negative. Più lui lavorava, più il lavoro aumentava. Quello che il povero cavallo non sapeva era che i maiali che dirigevano la fattoria lo stavano, in effetti, manipolando a loro profitto.
Il Pensiero Sistemico chiama questo fenomeno “limite al successo” o “retroazione compensativa”, che si verifica quando le performance calano nonostante il moltiplicarsi degli sforzi. Inizialmente, a sforzi crescenti corrisponde un miglioramento della performance, e più questa migliora, più siamo incoraggiati ad impegnarci. Poi, ad un certo punto, il successo raggiunge il suo limite massimo. Più spingiamo in avanti, più il sistema ci spinge indietro; più ci sforziamo di migliorare le cose, più il risultato finale sembra diminuire.
È un andamento che si incontra con grande frequenza nella vita, nel lavoro e anche nello sport. Per esempio, i singoli individui migliorano se stessi per un certo periodo di tempo, ma poi raggiungono il loro limite. Le organizzazioni crescono per un certo tempo, poi cessano di migliorare. Anche nell’apprendimento si verifica lo stesso processo: all’inizio le nuove nozioni vengono imparate rapidamente, poi sempre più lentamente.
In tutti i fenomeni del “limite al successo”, c’è sempre un processo di rafforzamento nella crescita o nel miglioramento che opera da sé per un certo periodo di tempo. Poi esso si imbatte in un processo di riequilibrio che tende a limitare il successo. Quando ciò si verifica, il tasso di miglioramento rallenta o perfino si arresta.
Tipicamente, la maggior parte delle organizzazioni e delle persone reagisce alle situazioni di “limiti al successo” cercando di intensificare gli sforzi: se il flusso di nuovi prodotti sta rallentando, occorre intensificare le vendite; se si hanno difficoltà relazionali, occorre passare più tempo con gli altri; se non si ottengono vittorie sportive, bisogna cambiare moduli di gioco e comprare nuovi campioni.
Sono tutte risposte comprensibili. Nelle fasi iniziali, quando si potevano vedere i miglioramenti, le strategie di intensificazione degli sforzi potevano sembrare efficaci. Ma quando il tasso di miglioramento rallenta, maggiore è la forza con la quale ci si impegna, maggiore è la resistenza del processo di riequilibrio e più vani diventano gli sforzi. È come se premendo l’acceleratore entrasse in azione anche il freno: premere con più vigore non sortirebbe alcun effetto.
Qual è la soluzione più efficace per “rendere al massimo” di fronte ai limiti del successo? Il seminario ha risposto al quesito evidenziando come l’effetto leva risiede non nel circuito di rafforzamento, ma nel circuito di riequilibrio. In pratica, per modificare il comportamento del sistema, si deve identificare e cambiare il fattore limitante. Ciò può esigere azioni e comportamenti che non sono stati ancora presi in considerazione, scelte che non sono state notate o cambiamenti difficili nei processi o nei metodi di lavoro.
Per comprendere le potenzialità di questa filosofia dell’effetto leva, si è svolta un’esercitazione coinvolgente e stimolante che ha permesso a ciascuno di riflettere e comprendere come con un minimo sforzo si possa ottenere un miglioramento durevole e significativo.
Al termine del seminario si sono tratte le seguenti conclusioni per continuare a “rendere al massimo”:
1) non si può fare tutto da soli;
2) se si lavora come squadra si può competere con qualunque avversario;
3) un sistema funziona quando tutte le sue parti lavorano bene insieme;
4) quando un elemento eccelle, il sistema intero potrebbe in realtà lavorare meno bene;
5) il comportamento d’un sistema dipende dalla sua struttura e non dalle sue parti;
6) grazie al principio dell’effetto leva si possono ottenere grandi risultati con piccoli sforzi se tali sforzi sono indirizzati nel punto giusto del sistema;
7) è meglio avere un piano, una procedura e seguirla che essere i migliori senza nessuna organizzazione.

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