Public speaking theatre

23 Ottobre 2007

Il nostro Formattore, Roberto Rasia Dal Polo, ha condotto un singolare e coinvolgente seminario sulla comunicazione e il parlare in pubblico,esplicitando e sottolineando l’importanza di essere presenti fino in fondo nella scena comunicativa, coinvolgendo tutti gli aspetti della persona.

Il seminario è iniziato con una carrellata di immagini utili a rendere più chiaro, nella mente di ognuno, alcuni concetti fondamentali della comunicazione. La prima e più significativa immagine proiettata, è stata quella di un iceberg immerso nel mare.

L’iceberg ha la caratteristica di essere solo in minima parte visibile, e per la maggior parte nascosto.

Da qui nasce un parallelismo con la comunicazione, la quale è costituita dall’aspetto verbale, più immediato e riconoscibile, e da quello non verbale, meno conosciuto e riconosciuto, talvolta “nascosto”, che può essere colto solo da un attento e allenato osservatore. Seguendo questi due binari comunicativi, sono stati presentati e sviluppati alcuni gesti, movimenti e dinamiche non verbali che caratterizzano il nostro stato d’animo (felice, arrabbiato, intimorito, nervoso) di un dato momento, insieme a dei suggerimenti sul cosa e come osservare nelle persone per poter cogliere e riconoscere questi segnali.

Data la complessità di concetti come “saper comunicare” o “parlare in pubblico”, si è andati a indagare anche l’aspetto del verbale che apparentemente ci sembra più oggettivo: ad esempio quante vocali esistono nella nostra lingua italiana? Chiunque di noi, o quasi, direbbe 5; in realtà sono 7: “a – é – è – i – o – ò – u”, a seconda del fatto che la vocale sia aperta o chiusa ( la parola “scoperta” contiene una “e” aperta, “bottega” una “e” chiusa; la parola “cuore” contiene una “o” aperta, “poltrona” una o chiusa).

A questi due aspetti si aggiunge infine il paraverbale, ovvero intonazione, tono, timbro e ritmo di voce, che condiziona moltissimo l’andamento di una conversazione o di una conferenza.

Il nostro Formattore ha proseguito portando alcuni esempi su come, anche a livello di comunicazione scritta, ci possano essere molti modi per dire la stessa cosa, e di come, cambiando delle piccole sfumature, in realtà si possa dare un messaggio, influenzando l’ascoltatore.

Da qui si è passati ad esplorare la manipolazione linguistica attraverso brani e racconti molto divertenti tratti da alcuni libri (“Al gusto di cioccolato. Come smascherare i trucchi della manipolazione linguistica” di Matteo Rampin “; ”Le bugie che raccontano gli uomini” di Luis Fernando Verissimo), e coinvolgendo alcuni dei partecipanti in simulazioni divertenti ed efficaci.

La serata si è conclusa con una meravigliosa e significativa frase: “il sorriso è la distanza più breve tra due persone”, che racchiude il senso ultimo dell’importanza di affrontare la vita e la comunicazione in un’ottica di relazione positiva con l’altro.

 

Lascia un Commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *