Tecniche teatrali e comunicazione aziendale

6 Novembre 2003

Ogni cosa è pronta se anche i nostri cuori lo sono

Enrico V è uno dei personaggi shakesperiani che rappresentano un comunicatore di successo. Per questo motivo cercheremo di analizzare il suo comportamento e capire quali sono i punti di forza del suo stile comunicativo. Egli comunica direzionalmente con le persone.
Enrico ascolta e parla con i suoi soldati per trovare attraverso di loro le motivazioni che li portano ad essere un gruppo pronto ad affrontare gli avvenimenti più imprevisti.
In questa prospettiva possiamo paragonare, arditamente, Enrico ad un manager ed evidenziare come una comunicazione efficace arrivi a motivare i propri collaboratori. Un gruppo di lavoro motivato può infatti lavorare per lunghi periodi sotto stress, fronteggiare flessioni o crisi di mercato in maniera ottimale.
Ogni gruppo di lavoro ha qualità e problematiche comuni a tutti gli esseri umani: un gruppo pensa, prova emozioni e reagisce agli stimoli. Ma un gruppo è formato allo stesso tempo da individui che attraverso ogni singolo pensiero e ogni singola sensazione aggiungono o sottraggono qualcosa rispetto alle aspettative degli altri componenti.
I componenti di un gruppo si muovono autonomamente all’interno dello stesso, e questo fa sì che non succeda quasi mai che un individuo faccia esattamente ciò che gli viene chiesto.
Questa continua interazione comunicativa è fonte di conflitti che a volte possono spaventare il manager che ricopre il ruolo di leader. Quando si ha a che fare con le persone siamo sempre di fronte ad una complessa pluralità di piani comunicativi.
Potremmo riassumere la comunicazione attraverso un diagramma:

Relazione_ Tempo_ Contenuto

Rispetto al contenuto, se alle persone viene chiesto di fare qualcosa, finiranno col chiedere “perché”.
La modalità con cui si risponde a questa domanda determina spesso il successo o l’insuccesso di una comunicazione interpersonale.
L’Enrico V ci offre ottimi esempi di efficacia comunicativa in momenti difficili.
La modalità che utilizza è quella di non limitarsi a parlare con loro ma inserirsi in un processo di crescita collettivo:
Esempio: nel pieno di una battaglia dall’esito incerto, Enrico rincuora i suoi uomini e insieme a loro decide di rischiare la propria vita in battaglia. (Atto III Scena I).
I grandi discorsi di Enrico V sono esempi di comunicazione finalizzata alla trasmissione di una vision.
Una vision comune può trasformare il rapporto gerarchico e dei ruoli che si strutturano all’interno delle organizzazioni aziendali in una relazione dinamica capace di coinvolgere le persone.
Enrico ha una vision molto chiara e forte, per questo capace di indurre profonde trasformazioni. I soldati si trasformano in uomini che fanno parte di un’entità (azienda) che li rappresenta.
Conoscere le persone e chiarire i rapporti di relazione e contenuto è fondamentale per sviluppare una comunicazione funzionale.
Enrico V spiega subito ai suoi uomini che vuole diventare ed essere un grande Re.
Da quel momento egli è consapevole che i suoi uomini valuteranno le sue azioni rispetto all’obiettivo che si è posto. La grandezza di Enrico V sarà quella di riconoscere l’importanza della crescita del suo gruppo di uomini come strategia di crescita personale.
In questo modo il personaggio costruito da Shakespeare non si riduce ad un condottiero buono grande ed eroico. Tutti noi, nei nostri sogni, vorremmo gestire il potere e l’autorità senza tracolli e guidare le nostre azioni da un successo all’altro.
Contemporaneamente dovremmo capire che la vita è piena di compromessi e difficoltà e dunque non può condurci a tale perfezione.
Le nostre relazioni sociali ci portano spesso a compiere azioni spiacevoli e difficili. Per questo i nostri eroi noi ce li immaginiamo ad una sola dimensione senza grandi complicazioni. Abbiamo bisogno di credere che c’è almeno qualcuno che non ci deluderà.
Ma la realtà in cui viviamo è confusa e complessa e lascia poco spazio a momenti di reale splendore ed eroismo.
Quello che fa Shakespeare con il personaggio di Enrico V può essere una grande lezione rispetto a queste problematiche. Enrico vive nel mondo disordinato e confuso che abbiamo descritto.
Per questo quando leggiamo “L’Enrico V” siamo invitati a guardare di questo grande leader le contraddizioni e i compromessi che sono propri di ogni essere umano.
Il messaggio di Shakespeare è molto forte: anche se raggiungi il successo, anche se sconfiggi tutti i tuoi concorrenti andando contro ogni probabilità, sei costretto a passare attraverso momenti oscuri e difficili. Essi sono al cuore dell’esperienza di ogni essere umano. Ambiguità, compromessi e risultati incerti fanno parte del lavoro di tutti i giorni.
Per questo la comunicazione di ciò che proviamo, di ciò che ci rende persone felici o infelici diventa fondamentale: dobbiamo imparare a sviluppare competenze comunicative e concettuali, imparare ad ascoltare ed apprezzare gli altri e le loro idee, riflettere sui valori personali ed allineare ad essi il nostro comportamento, in altre parole:
“Ogni cosa è pronta se anche i nostri cuori lo sono”.

Simona Colombo – docente e membro del comitato scientifico del Master in “Selezione, Formazione e Sviluppo delle Risorse Umane”

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